La presenza di un percorso archeologico attrezzato a pannelli, testimonia la ricchezza delle scoperte archeologiche avvenute nella città di Este e nelle sue immediate adiacenze e ha fornito il supporto per la proposta curata dagli studenti delle due classi 3AL e 4AL dell’ITIS EUGANEO di Este.
A partire dalla mappa cartacea del percorso è stata realizzata una versione digitale per ogni tappa. A gruppi, gli studenti hanno rielaborato il posizionamento dei pannelli, documentato fotograficamente e con google maps, riletto il testo in chiave adeguata ad un target giovane e collegato ciascuna tappa esterna con un reperto/tema contenuto nel Museo Nazionale Atestino. Un doppio tour quindi da fruire a piedi o in bicicletta o, perché no?, in monopattino.
Gli autori siamo noi, studentesse e studenti delle classi quinte A e B della Scuola primaria dell’Educandato San Benedetto di Montagnana in provincia di Padova e siamo orgogliosi di dare voce ai Veneti antichi che vissero in questa terra compresa tra i Colli Euganei e l’Adige più due duemila anni fa. I tanti reperti archeologici che ci hanno aiutano a ricostruire la loro Storia si trovano al Museo Nazionale Atestino di Este, la nostra principale fonte di conoscenza e dove è esposta la Situla Benvenuti, un vaso in lamina di bronzo, inciso e sbalzato con immagini di uomini, animali e tanti dettagli curiosi. Ci siamo immedesimati nei nostri antenati, lasciando anche spazio alla nostra creatività ed ecco il risultato del nostro lavoro! Attività concernente la realizzazione di modelli di turismo didattico esperienziale sull’identità locale del territorio rurale del GAL Patavino – Tema “Antichi Veneti e Archeologia” nell’ambito del progetto #daicolliall’Adige2020
Dai Colli Euganei all’Adige, alla scoperta di una terra in cui la storia dei Veneti antichi ha disegnato la traccia di uno stile di vita e di un rapporto Uomo – Ambiente davvero unico. Prima di Venezia, i Veneti antichi scelsero di far fiorire la loro civiltà lungo le sponde del fiume Adige come ci testimoniano i reperti archeologici rinvenuti nel territorio e conservati al Museo Nazionale Atestino di Este. Noi siamo gli studenti delle classi quarte GEO e CAT dell’Istituto Superiore Atestino di Este e abbiamo il piacere di portarvi con noi in lingua inglese alla scoperta di una delle nostre eccellenze, l’Archeologia! Attività concernente la realizzazione di modelli di turismo didattico esperienziale sull’identità locale del territorio rurale del GAL Patavino – Tema “Antichi Veneti e Archeologia” nell’ambito del progetto #daicolliall’Adige2020
La presenza di un percorso archeologico attrezzato a pannelli, testimonia la ricchezza delle scoperte archeologiche avvenute nella città di Este e nelle sue immediate adiacenze e ha fornito il supporto per la proposta curata dagli studenti delle due classi 3AL e 4AL dell’Istituto di Istruzione Superiore Euganeo di Este. A partire dalla mappa cartacea del percorso è stata realizzata una versione digitale per ogni tappa. A gruppi, gli studenti hanno rielaborato il posizionamento dei pannelli, documentato fotograficamente e con google maps, riletto il testo in chiave adeguata ad un target giovane e collegato ciascuna tappa esterna con un reperto/tema contenuto nel Museo Nazionale Atestino. Un doppio tour quindi da fruire a piedi o in bicicletta o in monopattino! Attività concernente la realizzazione di modelli di turismo didattico esperienziale sull’identità locale del territorio rurale del GAL Patavino – Tema “Antichi Veneti e Archeologia” nell’ambito del progetto #daicolliall’Adige2020
I gioielli sono certo fra i reperti più affascinanti e suggestivi anche per la civiltà dei Veneti antichi. Molti sono i temi suggeriti dalla loro analisi più complessiva: dall’origine delle preziose materie prime agli artigiani che li hanno sapientemente creati, dai luoghi da cui provengono ai mercanti che li commerciavano, da chi li indossava in antico al valore estetico, magico e terapeutico che gli veniva conferito. Gli studenti delle tre classi IC, ID e IG della Scuola Secondaria di primo grado di Rovolon hanno compilato schede di censimento realizzate ad hoc e disegnato il gioiello preferito da ciascuno ne hanno elaborato una storia originale e creativa e si sono cimentati nella riproduzione di antiche tecniche di lavorazione a sbalzo. Attività concernente la realizzazione di modelli di turismo didattico esperienziale sull’identità locale del territorio rurale del GAL Patavino – Tema “Antichi Veneti e Archeologia” nell’ambito del progetto #daicolliall’Adige2020
Tra archeologia e turismo scolastico, la civiltà dei Veneti antichi viene raccontata dagli studenti delle classi IV e V, anno scolastico 2019/2020 della scuola primaria “Guido Negri” di Vo’. Incontri con le archeologhe in classe, visita in presenza al Museo Nazionale Atestino di Este, rielaborazioni testi e disegni, educational ai compagni di scuola: nulla ha fermato il progetto anche se il COVID 19 ha toccato per primi proprio loro, i cittadini di Vo’ Euganeo. Una storia che ci parla del passato ma è anche una preziosa testimonianza di fiducia nel futuro di chi vive nel territorio dai Colli all’Adige. Attività concernente la realizzazione di modelli di turismo didattico esperienziale sull’identità locale del territorio rurale del GAL Patavino – Tema “Antichi Veneti e Archeologia” nell’ambito del progetto #daicolliall’Adige2020
Il filone tematico dell’archeologia – Dai Veneti antichi a Venezia – si è strutturato come percorso di turismo archeologico esperienziale dedicato alla storia Veneti antichi durata oltre settecento anni e ricchissima di testimonianze che provengono soprattutto dal territorio compreso tra i Colli Euganei e il fiume Adige.
Ri–scoprirne e ri-contestualizzarne lo stile di vita, le tradizioni e il pensiero è stato il senso e la sfida del progetto realizzato insieme agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado degli Istituti “J.F. Kennedy” di Monselice classi 2°a e b E.C.O.), Educandato Statale “San Benedetto” di Montagnana (classi 2° L.C.E. e 2° I.T.A.F.M.) e “G. B.Ferrari” di Este ( classi 3°AL, 3°BL, 3° AC , 3°AS, 4°AC, 4°ASA). Aggiornati sulle conoscenze archeologiche e formati da un regista professionista per la produzione di video, gli studenti sono diventati autori, promotori e divulgatori di racconti per immagini, svelando al pubblico – in primo luogo delle proprie famiglie – chi erano i Veneti antichi. Il percorso con gli alunni si è mosso dallo contesto di scavo al museo, dall’area archeologica di Via Santo Stefano al Museo Nazionale Atestino di Este, facendo tappa in altri luoghi segnati dalla presenza dei Veneti antichi e vivendo l’esperienza emotiva-cognitiva della manipolazione di reperti originali – Vietato NON Toccare.
Tutti i video sono opera degli studenti coinvolti nel progetto.
L’area archeologica di via Santo Stefano a Este conserva i resti dei circoli in pietra riservati a ai membri delle famiglie che come in vita così in morte abitavano gli stessi spazi. I Veneti antichi curavano ogni particolare dei rituali funerari e deponevano nelle tombe ornamenti e manufatti che rappresentavano l’identità, il rango e il ruolo dei defunti. Lo scheletro di un cavallo riporta alla memoria l’espressione con cui erano noti ai loro contemporanei – I VENETI DAI BEI CAVALLI.
A pochi minuti a piedi dal Museo Nazionale Atestino, passando davanti a Villa Benvenuti dove è stata rinvenuta l’omonima Situla, il più conosciuto manufatto dei Veneti antichi, si raggiunge l’area archeologica detta di Casa di Ricovero. Sono stati condotti gli scavi in due periodi diversi, alla fine dell’’800 e del ’900 e ora l’area è musealizzata, coperta e sempre visitabile. Le tombe erano per lo più in cassetta di pietra con vaso ossuario e corredo funebre; in area sono visibili i depositi originali e il disegno di una sezione in scala 1:1 della sequenza stratigrafica di uso della necropoli.
Agricoltura e allevamento, caccia e pesca erano la base della economia dei Veneti antichi. Frammenti restaurati e integrati di contenitori di ogni forma, decorati e dipinti, attestano che erano artigiani esperti nella lavorazione della ceramica. La capacità manufatturiera si era sviluppata anche nella fusione del bronzo di cui si conservano stampi e strumenti per la lavorazione. Trasformavano l’osso corno di cervo in zappe, spatole, manici e piccoli e la a pasta di vetro dai vivaci colori veniva prodotta in loco anticipando la produzione del vetro soffiato. Mercanti “internazionali” mantenevano relazioni di scambio con tutti i popoli contemporanei.
Realizzata in lamina di bronzo, decorata a cesello e bulino, la situla (secchia) rappresenta il manufatto più noto della civiltà dei Veneti antichi. Conteneva la tomba di una bambina morta in tenera età che apparteneva ad una famiglia aristocratica; ne danno prova gli ornamenti e gli oggetti che l’accompagnavano e la raffinatezza di lavorazione della situla stessa. Le immagini sbalzate ci mostrano come si vestivano, alcune attività, animali veri e fantastici; nessuna parola ma un racconto per immagini che fissa per sempre la storia di questa civiltà.
Morsi e bardature in bronzo e zanne di cinghiale deposti nelle sepolture degli uomini adulti o ancora addosso ai cavalli uccisi per accompagnare il proprietario nella casa eterna. Fibule (spille) di bronzo decorate con cavalli in miniatura. Cavallini con e senza cavaliere che provengono sia dalle tombe che dai santuari.
Cosa rappresentava il cavallo per i Veneti antichi? Oltre ai reperti archeologici, ci scrivono le fonti greche che erano allevatori e addestratori di cavalli da corsa e da guerra di qualità eccellente.
Bracciali, collane, spille, orecchini, fermacapelli, ganci e cinturoni in materiali preziosi venivano deposti nelle tombe e grazie a ciò si sono ben conservati; ci parlano del mondo degli uomini e delle donne dei Veneti antichi che curavano con attenzione la scelta degli ornamenti accogliendo influenze di altri popoli, in particolare Etruschi e Celti. Anche nei santuari si sono ritrovati gioielli offerti come dono prezioso alle divinità.
Migliaia di tombe sono state scavate dalle necropoli e solo una parte è esposta in tre sale del Museo Nazionale Atestino. Vasi ossuari con e senza coperchio in ceramica e bronzo, oggetti di corredo di ogni tipo e tante storie di persone che nella vita oltre la morte continuano a raccontare dei Veneti antichi la cui civiltà è fiorita sulle sponde dell’Adige, oggi estinto, per oltre settecento anni, dal 900 al 200 a.C. circa.
Come erano i santuari dei Veneti antichi? Luoghi santi spesso vicino all’acqua dove abitavano gli dei a cui venivano offerti doni; gli archeologi hanno portato alla luce reperti di grande varietà e sempre preziosi. Sono decisamente originali le statuine di bronzo che raffigurano Veneti antichi nel gesto dell’offerta, a volte a cavallo. Unici sono gli stili scrittori e le tavolette alfabetico – sillabiche che riportano tutte le lettere dell’alfabeto venetico e che rimandano alla pratica dell’insegnamento della scrittura.
Una casa con il tetto a spiovente in pietra calcarea per Nerka Trostiaia dove vivere per l’eternità come quando si occupava della sua persona indossando gioielli d’oro, della famiglia e delle attività domestiche.
Una tomba riservata ad una sola persona, perfetta sintesi delle tradizioni dei Veneti antichi nell’ultimo periodo della loro storia che si chiuderà con il processo detto di romanizzazione cioè di graduale fusione con la civiltà romana.